Materasso ad acqua: da mito trasgressivo a fonte di benessere
Il letto ad acqua viene spesso assimilato al concetto di lusso e di trasgressione. E’ ormai cult l’immagine del patron di Playboy, Hugh Hefner, che amava farsi fotografare su un grande letto ad acqua, rotondo e circondato da uno stuolo di “conigliette”. Ma nel tempo è diventato sinonimo di salute e benessere.
L’aspetto esteriore è lo stesso di un normale materasso, ma la sua “anima” è composta da una particolare fibra, che imbevuta d’acqua si adatta dolcemente a qualsiasi movimento del corpo.
Dalle forme più eccentriche, resta nell’immaginario collettivo l’idea del materasso ad acqua a forma di cuore con lenzuola di seta nere, imposto dai film della Hollywood anni ’60.
Anche Mick Jagger dichiarò di dormire su un letto ad acqua, e altrettanto iniziarono a fare molte altre star del rock e del cinema, come Liz Taylor e Marlon Brando.
Per anni sinonimo di ricchezza e di una vita agli eccessi, il materasso ad acqua, rischiava di restare una mera voce nel manuale di storia del design, visto il suo essere proibitivo nei prezzi, tanto da permetterne una diffusione su più ampia scala.
Con l’introduzione di nuove e più moderne tecnologie è stato possibile fabbricarne a costi inferiori, permettendone una diffusione maggiore.
Dobbiamo sottolineare quanto questo risultato sia da annoverare come un importante successo, viste le molteplici caratteristiche terapeutiche che il materasso ad acqua possiede.
La possibile regolazione della temperatura dell’acqua permette di influenzare favorevolmente soprattutto le malattie di carattere reumatico.
E’ scientificamente provato che sui letti ad acqua ci si volta o rigira 2/3 di meno, in quanto non vi sono punti di pressione che disturbano la circolazione sanguigna.
L’introduzione del letto ad acqua ha rappresentato quindi un effettivo progresso per la prevenzione di lesioni alla spina dorsale e di errori di portamento. Ricordiamo, non a caso, che la nascita del materasso ad acqua avvenne in seguito ad un atto di amore.
Già nel 1800, fu, infatti, il fisico inglese Neil Arnott, a costruirne il primo prototipo, per far stare più comoda la moglie, caduta da cavallo e costretta a letto. Pensò, così, di farla dormire nell’ambiente più naturale che ci fosse: l’acqua.
Occorre attendere sino al 1990, però, affinché le virtù ortopediche del materasso ad acqua vengano riconosciute. Il Journal of Developmental and Behavioural Pediatrics pubblicò una nuova ricerca, condotta dal reparto di Psichiatria e Scienze comportamentali della celeberrima Università di Stanford, in cui si documentavano gli enormi benefici riscontrati in un gruppo di 52 neonati, fatti coricare su una nuova tipologia di materassi ad acqua.
Molti quotidiani ripresero la notizia e molti medici cominciarono a comprare per sé ed a consigliare ai pazienti materassi ad acqua con strati stabilizzanti e termoregolazione.
Fecero la fortuna di alcuni produttori: le vendite, soprattutto nelle grandi città americane e nei paesi del Nord Europa decollarono.
Per l’arrivo in Italia bisognerà aspettare il 2000, quando i primi letti ad acqua cominciano a essere presenti nei centri benessere, nelle saune, nelle zone relax degli alberghi.
Oggi con il propagarsi della tendenza che associa relax a benessere, i materassi ad acqua sono stati evoluti sino a prevederli, dotati di performance ergonomiche in 4d, con un mercato potenziale in decisa espansione.